Chi è di scena
Decalogo
Comandamento I
progetto teatrale e regia di Stefano Alleva
dal 22 al 24 marzo 2016, ore 21
Biglietti: Intero €15,00 - Ridotto €12,00
Al termine dello spettacolo la Compagnia propone un dibattito/confronto sul tema trattato nel testo.
“Decalogo” è un progetto di allestimento teatrale che ha la sua fonte
d’ispirazione nell’opera cinematografica del regista polacco Krzysztof
Kieslowski e si basa su drammaturgie completamente originali.
I dieci Comandamenti hanno la forza di essere leggi capaci di costituire le
linee guida valoriali di ciascun essere umano nella propria interiorità e
individualità, ma anche di modellare i rapporti sociali e le relazioni tra un
individuo e l’altro.
L’esigenza di avvalersi del mezzo teatrale, nella sua potente immediatezza e
verità, per accostarsi al flusso dei turbamenti, delle inquietudini, della
disperata ricerca e riscoperta dei valori a fondamento dell’esistenza,
dell’angoscioso anelito metafisico, spesso inconfessato, inconsapevole o
addirittura dissimulato, dell’Uomo contemporaneo ha costituito il presupposto
che ha ispirato l’idea progettuale e che anche ne rappresenta la motivazione
profonda.
COMANDAMENTO I
Io sono il Signore Dio tuo,
non avrai altro Dio all’infuori di me.
Il testo elaborato per il Comandamento I affronta, proponendo diversi punti di
vista in totale assenza di moralismi, il tema assai delicato e complesso della
difesa della Vita.
Suscita profonde riflessioni su altri temi cruciali, a esso collegati, che
pervadono la nostra società contemporanea: il concetto di “normalità” e di
“perfezione”, quello della felicità, della dignità, della pienezza esistenziale.
Come gli altri testi del nostro progetto “Decalogo”, è ispirato ad un fatto
realmente accaduto nella vita reale.
Synopsis:
Una coppia.
Lei Ginecologa, Lui Ginecologo Genetista.
Dopo tanti tentativi, speranze, attese concepiscono finalmente un bambino.
Nel corso della gravidanza emerge la consapevolezza clinica che il bambino
è affetto da una rara e gravissima sindrome.
Moglie e Marito si trovano di fronte al baratro profondamente umano e
urgentemente contemporaneo della decisione.