Chi è di scena
La Mandragola
di Niccolò Machiavelli
regia di Claudio Capecelatro
dal 11 al 16 gennaio 2016
ore 9,30 - 11,30 (pomeridiana su richiesta)
Biglietti: Unico € 10
Info e prenotazioni: 3396831789 - clapcap@gmail.com
L'autore
Niccolò Machiavelli (Firenze 1469 - 1527), storico, uomo politico, ideologo, letterato e autore drammatico. Dopo aver ricoperto importanti incarichi pubblici in Firenze, tra la fine del '400 e i primi anni del '500, fu costretto a lasciare la vita pubblica dal ritorno della famiglia de' Medici al governo della città (nonostante l'atto di sottomissione ch'egli s'era abilmente affrettato a formulare). Condannato per un anno al confino, si ritirò in una sua villa,l'Albergaccio, nei pressi di S. Casciano. Qui, forzatamente lontano dalla vita politica attiva, impiegò gran parte del suo tempo a redigere le sue opere più importanti, fra cui Il Principe, "diviso (come lui stesso scrive in lettera all'amico Francesco vettori) fra l'ingaglioffamento rusticano e la privata esaltazione umanistica". Il pessimismo eroico che muove le pagine del Machiavelli, presente nell'opera politica, lo ritroviamo con la stessa drammatica determinazione nel teatro, soprattutto nella Mandragola. Anche nella Mandragola, come nel Principe, la vittoria è degli uomini "virtuosi", l'interesse individuale spezza pessimisticamente ogni dinamica umana; lo scherzo scompare di fronte al materialismo protervo della vicenda.
L'opera
"La più straordinaria commedia del Rinascimento, una delle più belle d'ogni tempo, così bella e perfetta da far impallidire persino il venerando modello aristofaneo". (Voltaire)
Opera di grande ingegno, degna di figurare tra i capolavori del teatro europeo, La Mandragola è collocata dall'opinione dei più nello spazio tradizionale del comico, quale beffarda creazione di uno spirito lucido e disincantato, irridente alle molteplici stoltezze della vita. In realtà, il "comico" che sprigiona dalla commedia con tanta scintillante ricchezza, poggia sul fondo amaro di un pessimismo senza riscatto.
La trama
L'anziano Messer Nicia e la sua bella moglie Lucrezia sono delusi di non avere figli. Di ciò e della balordaggine di Nicia approfitta Callimaco, innamorato di Lucrezia. Con l'aiuto del mezzano Ligurio di fa passare per un famoso dottore e assicura a nicia che Lucrezia avrà un bambino se berrà la pozione della mandragola, ma che è morte certa giacere con lei subito dopo. Persuasolo, poi, che bisogna trovare un poveraccio che si presti all'opera quella notte, a convincere Lucrezia ci pensano la madre di lei, Sostrata, e il cinico Fra' Timoteo. Naturalmente, è Callimaco travestito che quella notte sarà nel letto di Lucrezia: la quale, appresa la leggerezza del marito, non esiterà ad eleggere Callimaco suo signore.