Chi è di scena
She Stoops to Conquer
Spettacolo in lingua inglese
presentato da The Rome Savoyards & Plays in Rome
di Oliver Goldsmith
regia di Sandra Provost
dal 1 al 6 novembre 2016
ore 20,30, sabato e domenica ore 17,30
Biglietti: Intero € 15,00 - ridotto € 13,00 - Bambini e studenti € 10,00
Info e prenotazioni: playsinrome@yahoo.com Tel: 347-8248661
She Stoops to Conquer by Anglo-Irish author Oliver Goldsmith was first performed in London in 1773. The play is a favourite for study by English literature and theatre classes in the English-speaking world. It is one of the few plays from the 18th century to have an enduring appeal and is still regularly performed today. It has been adapted into a film several times. Initially the play was titled Mistakes of a Night, and indeed, the events within the play take place in one long night. Perhaps one of the most famous modern incarnations of She Stoops to Conquer was Peter Hall's version, staged in 1993. The most famous TV production is the 1971 version featuring Ralph Richardson, Tom Courtenay, Juliet Mills and Brian Cox, with Trevor Peacock as Tony Lumpkin, is part of the BBC archive.
The type of “style” which She Stoops to Conquer represents has been much disputed by audience and critics. Generally described as a play of manners, there is comedy in the text but also satire, dramatic unity and timeless themes related to human nature. Among the themes addressed and questioned are the value of social customs and roles, self-exploration and identity, the extent of compromise and trickstering in order to succeed. There is more in the style and meaning of the play than initially meets the eye.
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In questa divertente opera, senza tempo, si intrecciano le vicende di due coppie di giovani. La prima coppia composta da Mr. Marlow, giovane timoroso con le donne di classe ma altrimenti noto libertino e Miss. Hardcastle, giovane donna di rango che divertita dalla timidezza del giovane di cui è innamorata, decide di fingersi umile e di trarlo così in inganno con il fine di conquistarlo. Fomenta questo equivoco la seconda coppia composta da Mr. Hastings, amico fraterno di Marlow e Miss. Neville, cugina di Miss. Hardcastle. Hastings e Neville sono a loro volta innamorati all’insaputa della temuta e rigida zia della giovane, la quale la vorrebbe invece in sposa al proprio figlio, Tony Lumpkin. Oggetto del contendere, a parte l’amore, sono anche dei preziosi gioielli nascosti, a turno, dai vari protagonisti, mescolando all’ilarità degli equivoci, il significativo e sempre attuale dualismo tra sentimenti e interesse. L’inganno sarà svelato, in seguito a divertenti colpi di scena, dimostrando che la dissimulazione non può prevalere sul valore dell’onestà.
Commedia sentimentale e drammatica del 18° secolo, tra le più amate di tutti i tempi, e che annovera numerose rappresentazioni teatrali e trasposizioni televisive di successo. Tra queste restano memorabili la versione televisiva della BBC del 1971 e la rappresentazione teatrale di Peter Hall del 1993 con un cast stellare. Celebre anche l’omonima rappresentazione lirica di George Alexander Macfarren, su libretto di Edward Fitzball. Lo “stile” adottato da Goldsmith in quest’opera è stato lungamente oggetto di discussione da parte del pubblico e tra i critici. Spesso descritta come commedia di maniere, l’opera contiene si comicità ma anche satira, elementi drammatici e temi senza tempo legati alla condizione umana, quali l’effettivo peso delle convenzioni sociali, la tutela dell’identità personale, la misura del compromesso e dei limiti che si è disposti a superare per il raggiungimento di uno scopo.
Nelle parole di Sandra Puiatti, un’analisi calzante ed efficace dell’opera:
Ma cosa sappiamo in fondo dell'equivoco e della sua forza sovversiva – che sradica le identificazioni, rovescia lo status sociale, economico, giuridico, ci rende estraneo il familiare, sorprendente l’usuale –, quando per noi moderni è solo un fastidio, o addirittura un'offesa che ci recano gli eventi nella loro imprevedibilità, irragionevolezza, mancato realismo? Eppure, non solo è necessario lasciare che l’equivoco accada, che compia la sua opera, senza opporvisi subito col cercare ansiosamente “chiarimenti” per rimettere tutto e tutti di nuovo al proprio posto; ma addirittura, là dove i rapporti sociali sono ormai pietrificati nel conformismo e nel moralismo, occorre ingegnarsi a provocarlo con l’artificio, perché il desiderio, riconciliandoci con la vita accettata in tutte le sue aberrazioni, possa rigenerarsi. È questa la “lezione” che The mistakes of a night eredita dalla Comedy of errors shakespeariana, che qualcuno, in onore della Musa Comica, ha arditamente tradotto con “degli equivoci”.
Oliver Goldsmith, narratore, poeta e commediografo inglese/irlandese. Di modesta famiglia tentò senza successo la carriera ecclesiastica e in seguito gli studi giuridici e di medicina, che lasciò per viaggiare a piedi attraverso Francia, Germania, Svizzera e Italia, suonando il flauto per guadagnarsi da vivere e ottenendo, forse, la laurea in medicina presso qualcuna delle università da raggiunte. Rientrato a Londra nel 1756, fece il commesso, il medicastro, l'usciere, finché si risolse per la letteratura. Dopo traduzioni, articoli critici, saggi storici, nel 1759 pubblicò il suo primo lavoro, An Enquiry into the Present State of Polite Learning in Europe (Inchiesta sulle attuali condizioni della cultura in Europa). Nel 1766, pubblicò la sua opera più famosa, The Vicar of Wakefield. Ricollegandosi al romanzo sentimentale di Richardson, Goldsmith eresse definitivamente il sentimentalismo a norma di vita, a ideale di un tipo di umanità media, facendone un atteggiamento misto di bontà naturale e capacità di adattamento, d'ingenua semplicità e resistenza alle avversità, ben rappresentativo della borghesia inglese, che vi si riconobbe decretando il suo successo senza pari. Goldsmith scrisse in seguito per il teatro, con The Good-Natured Man, 1768, (L'uomo di buona indole) e She Stoops to Conquer, 1773, (Ella si umilia per conquistare). Inizialmente queste opere sconcertarono il pubblico per il loro dichiarato e polemico ritorno al vivace gioco di caratteri della commedia secentesca, ma in seguito ebbero un successo che, specialmente per la seconda, è andato rinnovandosi fino ai nostri giorni. Il successo non diede tuttavia la tranquillità economica a Goldsmith, che morì prematuramente per il duro lavoro cui si era sottoposto e per la sregolatezza di vita.