Avrei voluto essere Pantani

di e con Davide Tassi
compagnia Rapsodie

 

22 aprile 2016, ore 21,30

Cripta di Cristo Re - Via Podgora, 3 - Roma

Ingresso € 10,00
Info e prenotazioni: prenotazioni@teatrosangenesio.it - 063223432 - sms al 3391747681

Un atto d'amore per lo sport, una denuncia appassionata nei confronti del doping e del “sistema” che lo protegge. 
Una storia oltre l’apparenza, oltre la miriade di racconti che dal 2004 hanno cercato e cercano ancora, inseguendo facili e suggestive teorie 'complottiste', di mettere a tacere qualsiasi seria riflessione sull'etica dello sport. 
Il protagonista della storia è un ciclista fra i tanti incontrati e intervistati dall’autore e interprete Davide Tassi nel lungo cammino di studio e di analisi che ha preceduto la scrittura.
 Il personaggio (di cui non si svela mai il nome) è stato un grande amico di Pantani, fin dai tempi dei dilettanti, e del campione svela gli aspetti più intimi, quelli che vanno oltre l’immagine precostituita, quelli che lo rendevano tanto fragile nel privato quanto spavaldo in pubblico. E mostra dall’interno i meccanismi, l’ipocrisia e la falsità che delineano i contorni di una vera e propria “mafia dello sport”, denunciando un sistema fatto da medici sportivi, allenatori, politica, istituzioni sportive, multinazionali farmaceutiche e sponsor che usano il doping e la salute dell’atleta per i propri interessi: le medaglie e le sponsorizzazioni.
Marco Pantani è una delle vittime di questo sistema, una vittima eccellente, un eroe tragico che, dopo essere stato portato a livelli di popolarità che vanno oltre il ciclismo e lo sport, viene usato dalla stampa e dalle Federazioni, prima per esibire i muscoli di una fantomatica lotta al doping, e poi per continuare a spremere l’immagine del Pirata fino all’ultima goccia.
Pantani, diversamente da tanti altri ciclisti, non riesce ad accettare di essere strumento, vorrebbe ribellarsi al sistema ma non ne ha la forza e si perde nel buio della depressione e della cocaina, fino ad annientarsi, fino a distruggere l’icona e con essa l’uomo.

Lungo il racconto, Davide Tassi si confronta con Alessandro Donati che ha dato un contributo importante anche alla stesura del testo. Una persona di primo piano nella storia dello sport, prima allenatore della nazionale di atletica e oggi icona internazionale della lotta al doping.
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