L'immaginifica storia di Esperér
di e con Antonio Damasco
compagnia Teatro delle Forme
29 aprile 2016, ore 21,30
Cripta di Cristo Re - Via Podgora, 3 - Roma
Ingresso € 10,00
Info e prenotazioni: prenotazioni@teatrosangenesio.it - 063223432 - sms al 3391747681
Questa fiaba non esiste, come non esistono paesi, personaggi, cose o azioni che sto per raccontare. Anche perché se esistessero veramente sarebbero un brutto mondo in cui vivere.
Una storia piena di coincidenze e cose che non dovevano accadere, almeno non nel modo in cui sono capitate.
Tutto ebbe inizio una mattina col sole di giugno, quando sopra una terrazza affacciata sul mar ligure trascorrevo qualche giorno di vacanza con le mie bimbe. Alice e Arianna non riuscivano a tenere le gambe ferme, avevano gli occhi sul mare, sembravano due pesciolini fuori dall'acqua.
Mentre sorseggiavo il cappuccino e le guardavo, leggevo su La Stampa che oltre cinquecento persone, tra uomini, donne e bambini, si erano concentrate a Ventimiglia, sul confine franco/italiano, a circa un'ora dal mare, nello stesso mare, dove le mie bambine giocavano a fare i pesciolini. Lessi tutto d'un fiato lasciando che il mio cappuccino si raffreddasse, guardavo le mie bimbe giocare in acqua e pensavo a cosa potessi fare o anche solo raccontare loro fra qualche anno.
Sentendo l’urgenza di capire e raccontare cosa stesse accadendo, qualche settimana dopo sono andato a trovare quei ragazzi sugli scogli e ho ascoltato alcune delle loro storie.
La fiaba venne da sola, come se non fossi io a scriverla.
Non ho scritto di quei ragazzi, so bene di avere scritto di noi e di come la storia ci consegnerà la responsabilità delle nostre incapacità e indifferenze.
Non basta una fiaba ad assolverci, sono colpevole, come lo siamo tutti, di un momento storico che verrà ricordato per come abbiamo voltato la testa dall'altra parte.
Ho scritto un racconto, che ora ho deciso di portare in scena, che ora ho deciso che è bene che abbia anche una voce e delle immagini (le illustrazioni di Alice Tortoroglio e le fotografie di Nikola Kostov) ad accompagnarlo.
Perché anche un racconto che si condivide è, seppure in piccolo, un modo per fare qualcosa.
Credo nel potere del teatro, della narrazione e dell’arte, come esperienza che ti prende e ti traghetta dove non pensavi di andare o chissà, magari anche in zone in cui non saresti mai voluto entrare.
La realtà che supera la fantasia, la fantasia che racconta la realtà.